Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 10

è il 23 Giugno e siete già proiettati sotto l’ombrellone, vero? Vi capisco. Sebbene qui a Milano piova continuamente e sembri novembre. ho pensato QUINDI a due romanzi PERFETTI PER CHI HA BISOGNO DI UN BRIVIDINO, avvincenti e misteriosi, di quelli che ti tengono incollati al libro E ti lasciano addosso uno strano senso di inquietudine. parole d’ordine: Mistero e Suspense.

NE “LA PRIGIONE”, IL CELEBRE GEORGES SIMENON, SCRITTORE BELGA NOTO AI PIù PER AVER IDEATO il personaggio di Jules Maigret (commissario di polizia), APPROFONDISCE LA SFERA DEL “NON DETTO” ALL’INTERNO DI UNA COPPIA, PARTENDO DA UN BIZZARO CASO DI OMICIDIO. IN REALTà, FA MOLTO DI PIù: RIESCE A INDAGARE L’ANIMO DEL PROTAGONISTA, PORTANDOLO A METTERE IN DUBBIO OGNI CERTEZZA E OBBLIGANDOLO (O OBBLIGANDOCI) A FARE UN PROFONDO ESAME DI COSCIENZA.

Un omicidio che ha già un colpevole. A mancare, tuttavia, è il movente. Se siete attratti dai thriller psicologici, questo romanzo di Simenon è perfetto per voi! Lo divorerete avidamente in un paio d’ore perché non si può non cogliere l’opportunità di esplorare la prigione in cui siamo intrappolati ogni giorno.
VOTO: 7.5

    SIAMO NELLA COLONIA BRITANNICA DI SINGAPORE E UNA DONNA ALTOLOCATA E MOGLIE DI UN NOTO PROFESSIONISTA è SOTTO ACCUSA PER L’OMICIDIO DI UN UOMO CHE HA TENTATO DI STUPRARLA. TUTTO SEMBRA PUNTARE ALLA SUA INNOCENZA MA, IMPROVVISAMENTE, SPUNTA UNA PROVA CONTRO DI LEI. COSA SI NASCONDE TRA LE PAROLE E LE OMBRE CONTENUTE IN UNA LETTERA?

    Un racconto crudele, conciso, carico di suspense. Una delizia per chi necessità di un po’ di tensione psicologica. Se scorrendo le pagine si riesce probabilmente a intuire la soluzione del caso, lo stile di William Somerset Maugham è conciso e coinvolgente, obbliga ad andare in fondo alla storia per provare quel brividino da giallo che ci piace tanto 😉
    VOTO: 8

    • Avvertimenti e chicche: William Somerset Maugham è lo scrittore irlandese più saccheggiato dalla cinematografia americana. In particolare, da “La lettera” è stato tratto il film del 1940 “Ombre malesi” di William Wyler, con la magnifica Bette Davis e Herbert Marshall.

    Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 9

    Come state in questa coda di 2023? non vedete l’ora di chiudere questo capitolo e passare al prossimo? o siete tra quelli che “anno bisesto-anno funesto?”. AD OGNI MODO, IN QUESTA nuova puntata della RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, POTRETE SCEGLIERE TRA DUE DIVERSI STILI DI INQUIETUDINE. LET’S GO!

    L’AUTRICE IRLANDESE, Claire Keegan, RACCONTA UN PEZZO DI STORIA E DI CULTURA IRLANDESE ATTRAVERSO GLI OCCHI DI Bill Furlong. UN UOMO PACATO, UN GRAN LAVORATORE CHE SI AGgira per fattorie e villaggi con il SUO camion carico di legna. LA VITA SEMBRA SCORRERE TRANQUILLA E MONOTONA, FINO A QUANDO UN INCONTRO totalmente INASPETTATO inizia a SCARDINAre OGNI CERTEZZA DEL PROTAGONISta. TRAVOLTO DA UN TURBINE DI RICORDI e da una improvvisa agitazione, BILL SI TROVERà A SCEGLIERE CHE TIPO DI PERSONA VUOLE ESSERE REALMENTE.

    Se durante queste feste natalizie vi siete trovati a interrogarvi sul vostro stile di vita, sul consumismo che caratterizza la nostra società o, magari, vi è un po’ pesato il giudizio del prossimo (a me, per esempio, tanto), dedicatevi questa parentesi irlandese. Poche pagine per una storia semplice, che fa riflettere su quello che significa realmente essere uomini tra gli uomini, a prescindere da professioni di fede e status.
    VOTO: 7.5

    • Avvertimenti e chicche: Piccole cose da nulla è stato finalista al Booker Prize. Io vi consiglio di regalarlo anche ad adolescenti e preadolescenti 😉

    Emmanuel Carrère racconta magistralmente la storia di Jean-Claude Romand, l’uomo che nel 1993 in francia uccise moglie, figli e genitori, dopo aver finto per una vita intera di essere un ricercatore dell’oms. si tratta purtroppo di una storia vera. una storia dolorosa e scioccante. la bravura di carrère non risiede nel semplice resoconto di questo crimine immondo quanto nel tentativo di comprenderne il senso e le cause più remote. un’indagine per scoprire l’identità dell’uomo senza identità, vittima di se stesso, della sua miseria e della sua vigliaccheria. un autentico capolavoro.

    Sarò onesta: ci ho messo circa due anni per decidere di iniziare a leggere questo romanzo che mi è stato regalato e super consigliato da un caro amico (ciao, Gio!). In tanti mi avevano detto che la storia era triste e, quindi, ho fatto un po’ lo struzzo, nascondendolo in un angolo della libreria. Bisogna essere un po’ corazzati per dedicarsi a L’Avversario, è vero. Ma non tanto per lo sconforto della trama, quanto, a mio parere, per la necessità di confrontarsi con l’inspiegabilità, con la totale assenza di riferimenti logici cui ci costringono a pensare Carrère e l’assurda vicenda di Jean-Claude Romand. Siete pronti a farlo? Se sì, è sicuramente il vostro libro.
    VOTO: 9

    • Avvertimenti e chicche: Nel 2002, L’Avversario è arrivato anche sul grande schermo, grazie al film di Nicole Garia, con il bravissimo attore francesce Daniel Auteil nel ruolo di Jean-Claude Romand.

    Strega

    Candidato al premio strega europeo 2023, “STREGA” è una fiaba gotica che colpisce per lo stile originale e misterioso, capace di connettere innate sensazioni femminili al linguaggio della natura. UNa storia di EMANCIPAZIONE CHE PASSA ATTRAVERSO LA SCOMPARSA DI UNA GIOVANE DONNA. UN VECCHIO ALBERGO ABBANDONATO TRA LE MONTAGNE. L’OMERTà, IL PATRIARCATO. UN GIALLO CARICO DI SUSPENSE E, AL TEMPO STESSO, UN INNO ALLA LIBERTà DI ESSERE SE STESSE.

    Pubblicato nella collana “le Fuggitive” della splendida casa editrice NNE.

    VOTO: 9

    Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 8

    Bentornati! Pronti per una nuova puntata della RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI TELEGRAFICHE? Se non lo siete… Siatelo!

    MAXIME ROVERE HA LA STRAORDINARIA CAPACITà DI RACCONTARE LA QUOTIDIANITà ATTRAVERSO LA FILOSOFIA, SENZA ESSERE nè NOIOSO Nè SPOCCHIOSO (RIMA NON VOLUTA). IL TITOLO DI QUESTO SUO ADORABILE SAGGIO POTREBBE INDURCI A PENSARE che SIA UNA ROBETTA DI MARKETING SENZA SENSO (L’ENNESIMA) MA FIDATEVI: NON LO è AFFATTO. L’autore ci aiuta a comprendere come e quanto l’imbecillità possa impadronirsi anche delle menti più brillanti e come evitare che ciò accada, passando da temi di morale, politica ed economia, analizzando le relazioni, l’ego e spiegandoci come si è sempre gli idioti di qualcun altro.

    Se volete farvi due risate (forse anche più di due), amate la filosofia, siete disposti a fare un po’ di autocritica e non vi dispiace l’idea di poter sfoggiare qualche simpatica nozione alla prossima cena con gli amici (mi raccomando, non fatelo al primo appuntamento, altrimenti lei/lui crederà di essere stato da subito catalogato come pirla ai vostri occhi), è il saggio giusto. Scorrevole, ironico, intelligente. Piacevolissima scoperta.
    VOTO: 8.5

    • Avvertimenti e chicche: l’autore è un esperto del pensiero di Spinoza e dell’Illuminismo… Credo non sia necessario aggiungere altro 💖

    Byung-Chul Han (sì, non è facile memorizzare o saper pronunciare questo nome, portiamo pazienza) è considerato uno dei più importanti filosofi contemporanei… AMMETTO DI AVERLO SCOPERTO SOLO RECENTEMENTE MA MEGLIO TARDI CHE MAI! LEGGENDO I SUOI DUE ULTIMI SAGGI, COMUNQUE, HO CAPITO PERCHè è UN PUNTO DI RIFERIMENTO. IN “INFOCRAZIA” (CHE CONSIGLIO, IN MODO PARTICOLARE, A TUTTI COLORO CHE LAVORANO O VORREBBERO LAVORARE NELLO SCONFINATO MONDO DELLA COMUNICAZIONE E DEL GIORNALISMO), L’AUTORE RIESCE ABILMENTE A VIVISEZIONARE IL NOSTRO TEMPO, ENTRANDO NEI MECCANISMI (SPESSO INVISIBILI) DELLA DIGITALIZZAZIONE E NEI PROCESSI DEMOCRATICI, NEL NOSTRO MODO DI PERCEPIRE LE INFORMAZIONI E DI DISCERNERE COSA è VERO E COSA è FALSO.

    Colpisce come, con uno stile estremamente diretto e lineare, Byung-Chul Han riesca a spiegare perché «Nel regime dell’informazione essere liberi non significa agire, ma cliccare, mettere like e postare». Una considerazione che potrebbe sembrare quasi scontata oggi, mi direte. Eppure, oltre tutta questa massa di dati in cui ci stiamo (ci stanno) trasformando, cosa c’è? Quali sconvolgimenti possono prodursi in un mondo assoggettato al concetto di infocrazia? Ecco, l’autore analizza e chiarisce tutto questo, portandoci a riflettere su come (r)esistere in questo presente.
    VOTO: 9

    incuriosita da “infocrazia”, ho deciso di approfondire la conoscenza di Byung-Chul Han e mi sono subito lanciata nella lettura di “le non cose”. effettivamente, si ritrovano molti concetti presenti nel primo saggio di cui vi ho parlato ma, in questo caso, il focus è sul nostro contatto con il reale, SPESSO minacciato da un flusso costante di non-cose, dA una massa ENORME di informazioni che travolge le nostre esistenze, facendoci perdere di vista cosa conta veramente. sullo sfondo, una realtà che, senza i giusti strumenti, DIVENTA sempre piú sfuggente e confusa.

    Se cercate un manuale di istruzioni per ritrovare il senso delle cose, di quelle piccole, modeste, quotidiane, questo è il libro giusto. Fermarsi un momento a osservare il mondo da un altro punto di vista (sicuramente non popolare ma chissene) e andare oltre la superficie, credo possa aiutare a mantenersi vivi, originali e unici. Ne vale la pena, no?
    VOTO: 8

    Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 6

    IL BLOG RIAPRE CON LA CELEBRE RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI TELEGRAFICHE.

    E quindi… 3, 2, 1… Let’s go 2023!

    un romanzo breve da leggere tutto d’un fiato. “MEMORIE DI UN BARO” DI Sacha Guitry, pubblicato da adelphi, racconta LE avventure dI UN UOMO CHE, PERSA L’INTERA FAMIGLIA PER UN INCIDENTE LEGATO AI FUNGHI, DIVENTA PRIMA groom iN ALCUNI albergHI di lusso E POI FINISCE COL VIVERE LO SFAVILLANTE MONDO DEI casinò.

    Se stai cercando un libro divertente ma dallo stile insolito e piacevole, se intendi ricominciare a leggere in modo soft, scorrendo le pagine con il sorriso sulle labbra, e ti piacciono le storie strampalate e avventurose, troverai le vicende di questo baro perfette per te.
    VOTO: 8

    • Avvertimenti e chicche: suggerendovi questo testo, non voglio spingere nessuno a perdersi nel vizio del gioco 😂 (non mi assumo nessuna responsabilità in tal senso); questo è l’unico romanzo dell’autore francese che, per il resto della sua vita, è stato attore, regista e sceneggiatore, nonché personaggio chiave della Nouvelle Vague.

    AVETE PRESENTE QUANDO VI IMBATTETE IN UN TITOLO E PENSATE “MI PIACE DI SICURO”? PER ME è STATO COSì CON “LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE“. considerato il testamento di joseph roth e pubblicato per la prima volta nel 1939, il romazo descrive gli ultimi giorni dI Andreas Kartak, un clochard che una sera, LUNGO LA SENNA, riceve 200 franchi da uno sconosciuto, con la promessa di restituirli alla «piccola santa Teresa» nella chiesa di Santa Maria di Batignolles. DA QUEL PRECISO MOMENTO, INIZIERANNO UNA SERIE DI VICISSITUDINI CHE SCONVOLGERANNO L’ESISTENZA DI ANDREAS.

    A metà tra la fiaba e la critica ai modelli consumistici novecenteschi (ma direi anche odierni), Roth stupisce per l’abilità con cui riesce a descrivere il desiderio dell’uomo nelle sue diverse declinazioni e per la scelta di raccontare vita, morte e miracoli di un reietto, di una vittima dell’alcolismo che vuole mantenere a tutti i costi la parola data. Forse, in tutti noi, c’è un po’ di Andreas Kartak.
    VOTO: 8.5

    • Avvertimenti e chicche: suggerendovi questo testo, non voglio spingere nessuno a perdersi nel vizio del bere 😂 (non mi assumo nessuna responsabilità in tal senso); dal romanzo è tratto il film di Ermanno Olmi del 1988, vincitore del Leone d’Oro alla 45esima mostra internazionale d’arte drammatica di Venezia e a interpretare il protagonista fu il compianto Rutger Hauer ❤️

    Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 5

    TORNA LA RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI “TELEGRAFICHE”.

    Questa coda del 2022 è a tinte gialle e, soprattutto, segnata da scrittrici argute. Non perdetevele… Specialmente se vi manca qualche regalino natalizio 😉

    PER PARTIRE COL BOTTO, VI VOGLIO CONSIGLIARE l’autrice rivelazione per me degli ultimi mesi del 2022: Amélie Nothomb E IL SUO CELEBRE “IGIENE DELL’ASSASSINO“, EDITO DA VOLAND.

    Se sei alla ricerca di una storia che si pone trasversalmente tra il grottesco, il surreale e il genere giallo e ami spasmodicamente i dialoghi e gli scambi sagaci e intrisi di cinismo, questo è il libro che stai cercando.
    VOTO: 8

    • Consigli per gli acquisti e per regali dell’ultima ora: recentemente, vi ho parlato di un altro romanzo della Nothomb, Cosmetica del nemico. La doppietta giusta per innamorarsi dell’autrice.

    AGATHA CHRISTIE è LA REGINA INDISCUSSA DEL GIALLO. polvere negli occhi di mondadori si apre con un omicidio… ma non sarà l’unico delitto della vicenda e, questa volta, una delle vittime è una conoscente di Miss Marple, celebre personaggio plasmato dall’autrice – si dice – sulla base della descrizione di una vecchia zia.

    Se, come me, hai nostalgia di un giallo classico, confortante come il tè delle 17.00 in una giornata uggiosa, e ti manca scervellarti fino alle ultime pagine su “chi diavolo è l’assassino?”, regalati Polvere negli occhi.
    VOTO: 7

    • Consigli per gli acquisti e per regali dell’ultima ora: la produzione della Christie è praticamente sterminata. Tutte le estati della mia adolescenza non si concludevano senza aver letto almeno un’opera della Dama dell’impero britannico. Tra i romanzi che ho amato di più, sicuramente ci sono Assassinio sull’Orient Express (con il mitico Hercule Poirot), Dieci piccoli indiani e La serie infernale.

    Cosmetica del nemico

    Quando si è destinati a diventare colpevoli, non è necessario avere qualcosa da rimproverarsi. Il senso di colpa si aprirà un varco con qualsiasi mezzo. È la predestinazione. Il giansenismo: altra invenzione olandese.

    p. 32

    La trappola

    Un aeroporto. Un uomo che legge, ingannando l’attesa di partire. Uno sconosciuto fastidioso che cerca di attaccare bottone. Tutto fa pensare a un piccolo contrattempo. Un banale intoppo nella solita routine. Eppure, è il punto di partenza di una trappola in cui Texor Texel incastra Jérôme Angust, la stessa trappola in cui cade il lettore di “Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb ed edito da Voland che non può non lasciarsi rapito da questo giallo insolito e brillante.

    -Non va dimenticato che è il mio senso di colpa a ispirarmi il desiderio di essere ucciso da lei.
    -Se fosse vero, non se ne vanterebbe tanto. Il rimorso è una colpa supplementare.
    -Sta citando Spinoza!
    -Mica è colto solo lei!
    -Spinoza non mi piace.
    -È normale. A me piace molto.
    -Le ordino di uccidermi!
    -Non amare Spinoza non è una ragione sufficiente perché io la uccida.

    p. 72

    Il romanzo breve: tra filosofia e comicità

    Che cosa c’entra la cosmetica con un passante che chiede a un ignaro passeggero di ucciderlo? Perché questo passante parla di giansenismo? Ma, soprattutto, per quale motivo quest’uomo sbucato dal nulla conosce il nome del passeggero?
    È lui il nemico cui si riferisce il titolo del romanzo?

    p. 76

    Nella forma preferita dell’autrice e quindi quella del romanzo breve, la scrittrice belga riesce a metterci spalle al muro, con dialoghi mozzafiato e divertentissimi, in un crescendo di tensione che ci porterà a fare i conti con la doppiezza dell’uomo e con il suo vero nemico: se stesso.

    Una lotta all’ultimo e più arguto motto di spirito smaschera con grazia l’incapacità – sempre attualissima – di sapersi guardare allo specchio e riconoscersi per quello che davvero si è.

    VIDEO

    Nothomb riporta a galla quel tentativo disperato di rimozione della colpa e di ricostruzione della propria immagine che riesce a giustificare le azioni e persino i pensieri più abietti.

    Alla fine, la resa dei conti non può che essere con il nostro alter ego e con quella cosmetica che, proprio come spiega Texor Texel, inesorabilmente ristabilisce l’ordine universale.

    -È troppo facile. Con un argomento simile, può trovare risposta a ogni assurdità.
    -Normale. Sono la tua parte diabolica. Il diavolo ha una risposta per tutto.

    p. 92

    Brillante, sarcastico, lievemente sadico. Super consigliato.

    Le folli montagne di H. P. Lovecraft

    Sullo sfondo dell’inospitale terra antartica, tutte le certezze sulla nascita della vita sulla Terra sono messe in dubbio da creature mostruose e antichissime.

    OssessivoAffascinanteCriptico.
    Sono questi gli aggettivi che vengono in mente leggendo “Le Montagne della Follia”, il romanzo di uno dei più grandi autori horror di sempre: Howard Phillips Lovecraft.

    Da quel momento in poi, dieci di noi, ma in special modo io e lo studente Danforth, fummo costretti ad affrontare un mondo orrendamente vasto di orrori latenti, che nulla riuscirà mai a cancellare dalle nostre menti, e che avremmo voluto evitare di condividere con il genere umano se solo avessimo potuto.

    p. 40

    Considerato il padre della cosiddetta weird fiction, lo scrittore solitario di Providence (Rhode Island), nonché poeta e critico letterario, nato nel 1890 e morto nel 1937, ebbe un’infanzia molto difficile, segnata dalla morte in manicomio del padre e dall’atteggiamento iperprotettivo della madre. Ancora bambino, a soli dieci anni, manifestò i primi sintomi di esaurimento nervoso, un problema che si trascinerà dietro per tutta la vita.  

    Finalmente ci eravamo imbattuti in un avamposto del grande continente sconosciuto e del suo misterioso mondo di morte gelida!

    p. 11

    Pubblicato, non senza difficoltà, nel 1936, “Le Montagne della Follia” rappresenta perfettamente quella letteratura soprannaturale di cui Lovecraft è considerato il maestro. Un mondo polare e indecifrabile, creature mostruose che animano una città sconosciuta, ma esistente probabilmente da milioni di anni prima che si sviluppasse qualunque forma di vita sulla Terra.   

    LEGGI L’articolo completo su Jefferson.

    La campana di vetro

    Sullo sfondo di un’America borghese e perbenista, la poetessa Sylvia Plath parlava di malattia mentale, anticonformismo e morte, diventando punto di riferimento di un’intera generazione.

    Il prossimo 27 ottobre, Sylvia Plath avrebbe compiuto 90 anni.
    Invece, si è suicidata circa un mese dopo la pubblicazione del suo romanzo “La campana di vetro”, nel febbraio del 1963. Aveva 31 anni ed era una poetessa americana.

    Pubblicato in America soltanto nel 1971 per volere della madre e dell’ex marito Ted Hughes, il romanzo semiautobiografico di Sylvia Plath venne considerato un libro di culto per un’intera generazione, una sorta di Giovane Holden per ragazze in cui finzione e realtà si alternano sapientemente facendo emergere i temi dell’anticonformismo, della malattia mentale e della morte.

    La protagonista è Esther Greenwood, alter ego dell’autrice, una brillante e promettente studentessa di provincia vincitrice di una borsa di studio in una nota rivista di moda newyorkese. L’ambiente sofisticato, ma contestualmente caotico e asfissiante della città, finisce per strangolarla, costringendola a oscillare pericolosamente tra il fascino della morte e la rassegnazione alle atroci cure psichiatriche dell’epoca.

    Con il passare del tempo, il senso di oppressione sempre più violento, generato da quella stessa “campana di vetro” che avrebbe dovuto proteggerla, si trasforma in una trappola che le toglie il respiro.

    Leggi l’articolo completo su Jefferson

    Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 4

    Torna la rubrica “Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere”, con consigli di lettura prêt-à-porter (con tanto di voti) e recensioni “telegrafiche”.

    Partiamo con Hanif Kureishi e il suo Il declino dell’Occidente“, edito da Bompiani.

    Se ti piacciono i racconti, qui ne troverai otto. Feroci e privi di orpelli, pronti a sgretolare le nostre inossidabili certezze occidentali.
    VOTO: 7.5

    • Consigli per gli acquisti e per regali di un certo spessore: il capolavoro di Kureishi è sicuramenteIl Budda delle periferie. Immenso.

    … E ARRIVIAMO A ESHKOL NEVO E IL SUO “LE VIE DELL’EDEN”, edito da Neri Pozza

    Partendo dal presupposto che qualunque cosa scriva Nevo è meravigliosa (sì, non ne sbaglia una e vi sfido a trovare un’opera al di sotto delle aspettative), se vi piacciono le storie intrecciate (simili, per intenderci, alla struttura di “Tre Piani”), questo romanzo fa per voi. Amore, senso di colpa, perdono, confessioni sono indagati magistralmente dall’autore israeliano.
    VOTO: 8.5

    • Consigli per gli acquisti: ho amato praticamente tutto ciò che ho letto di Nevo ma tra i preferiti c’è sicuramente “L’ultima intervista“. Solo un aggettivo: pazzesco!