Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 7

Rieccoci con una nuova puntata della RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI TELEGRAFICHE.

ALAN BENNETT è IL GENIO DEI MONOLOGHI. NE HA SCRITTI TANTISSIMI PER LA BBC NEL CORSO DELLA SUA VITA E QUESTI DUE SONO DEGNI DEL SUO IMMENSO TALENTO, CAPACE DI DIPINGERE STORIE AL LIMITE TRA LA TRAGEGIA E LA COMMEDIA. NEL PRIMO CASO, UNA donna «qualunque» che s’innamora del figlio quindicenne e, Nel secondo, una vedova che CONTINUA AD ANDARE NEL LUOGO IN CUI IL MARITO biker è MORTO. TRA MALINTESI, SEGRETI E DIVERTITA PERPLESSITà.

Se, come me, siete appassionati di monologhi e soprattutto siete alla ricerca di qualcosa che vi scuota e che vi lasci una strana sensazione addosso, questi monologhi sono la ricetta perfetta. C’è tutto: incesto, un pizzico di Fedra, una certa dose di ossessione, inganno, lutto, vergogna. Agitate bene insieme a qualche manciata di umorismo britannico, misto a cinismo e voilà.
VOTO: 8

  • Avvertimenti e chicche: la sensazione che potrebbero lasciarvi i due monologhi, specialmente il primo, potrebbe essere spiacevole ma… Non si può resistere.

nel caso di gesù e giuda si tratta di essere pronti e aperti alla possibilità di vedere le figure di gesù e di giuda completamente diverse da come siamo stati abituati a conoscerle. AMOS OZ RACCONTA DI UN Gesù unicamente ebreo e DI un Giuda profondamente cristiano.

Se cercate un saggio breve, scritto – perdonerete il gioco di parole – da Dio, fermatevi qui. Perché Amos Oz, con questo suo testo estrapolato dall’intervento di apertura della conferenza luterana tenutasi a Berlino nel 2017, ci mostra un punto di vista nuovo, non convenzionale, in cui il tradimento di Giuda non è altro che l’esecuzione di un ordine dello stesso Gesù per portare a termine il suo disegno. Incredibilmente affascinante.
VOTO: 8.5

  • Avvertimenti e chicche: la lettura di questo saggio vi farà essere i più interessanti della compagnia… E i più discussi 😉

Siamo di nuovo amici

Nell’ultimo capitolo della trilogia “Prediche e acqua minerale” di John O’Hara, gli USA della Seconda guerra mondiale, delle scalate sociali, dei rapporti di convenienza e degli amori nascosti.

Parliamo di trama

In una banale domenica sera d’estate, lo scrittore Jim Malloy, nonché alter ego di O’Hara, accoglie nel circolo per soli uomini di cui è grande fan e assiduo frequentatore il suo vecchio amico Charley Ellis, che gli racconta di aver appena perso Nancy, la sua adorata moglie.

Questa triste notizia innesca una sorta di flashback dal sapore un po’ amaro, che permette all’autore di ricordare a sé stesso e al suo alter ego, diventato oramai uno scrittore affermato e conosciuto, gli anni in cui si delineano i rapporti di una vita, d’amicizia ma anche d’amore.

Quella società d’oltreoceano che ci ha sempre attirato

Non era proprio una novità, che l’amante fosse più marito del marito; ma non avevo mai visto un caso in cui la geografia, o il sistema di vita di una città, avesse tanta influenza.

p. 59

Tornando indietro nel tempo, il protagonista ci presenta un panorama fatto sì di ricordi di gioventù ma anche e soprattutto di circoli esclusivi e di pettegolezzi sussurrati (neanche poi così a bassa voce) d’orecchio in orecchio.

È un triste spettacolo quello di questa New York aristocratica più annoiata che mai, decaduta moralmente, che consuma le sue tresche frettolosamente e poi le giustifica dietro le porte dei salotti più in voga.

Se da un lato ci disgusta e ci rattrista, dall’altro queste sagome di fragilità e cattiveria ci attirano come le falene verso la luce. Torniamo lì a scoprire l’abisso di una società che si specchia nella sua miseria.

Se vuoi scoprire di più su questo romanzo breve scritto da uno dei più detestati scrittori americani… Clicca qui.

Domani a quest’ora

L’ultimo romanzo di Emma Straub indaga il rapporto padre-figlia aprendo una finestra nel tempo e scoprendo una dimensione nuova sulle infinite variabili dell’esistenza

Una protagonista normale

Alice sta per compiere quarant’anni. Vive a New York, lavora nell’Upper East Side, nell’amministrazione della scuola in cui ha anche studiato, è fidanzata da un anno con Matt, dopo una lunga serie di relazioni occasionali e fallimentari. Soprattutto, però, Alice ha un padre, Leonard, famoso scrittore di fantascienza, al quale è molto legata e che va a trovare ogni giorno in ospedale, dove è ricoverato in condizioni abbastanza gravi. Il giorno del suo quarantesimo compleanno, dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio di Matt, la protagonista festeggia a cena con l’amica di sempre, Sam, una donna super impegnata e presa dai suoi figli piccoli. Mentre torna a casa, Alice decide di entrare nel bar in cui passava le serate da ragazzina e, guadagnatasi una bella sbornia, si ritrova stranamente davanti al portone di casa di suo padre, dove cade in un sonno profondo. 

È questo il momento in cui accade la magia

Si sentiva come si sentiva sempre in certe notti d’estate, come se le mancasse già il momento che ancora stava vivendo. 

p. 203

Un’altra possibilità

Tante persone trascorrevano la loro vita desiderando di essere capite. Tutto ciò che Alice voleva era più tempo.

p. 239

Al risveglio, Alice si ritrova sedicenne. In casa c’è suo padre Leonard, perfettamente in salute, con in grembo la gatta di famiglia mentre legge il giornale. Davanti a sé, la prospettiva di vivere l’intera giornata del suo compleanno nel corpo di un’adolescente, ma con la mente e i ricordi di lei ormai quarantenne. Il futuro è tutto da scrivere.

Così inizia il viaggio nel tempo di una giovane donna alla riscoperta della sua identità, delle sue passioni, dei suoi segreti. Nel tentativo disperato e, al tempo stesso, dolcissimo, di salvare la vita al padre.

Leggi l’articolo completo su Jefferson.

Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 6

IL BLOG RIAPRE CON LA CELEBRE RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI TELEGRAFICHE.

E quindi… 3, 2, 1… Let’s go 2023!

un romanzo breve da leggere tutto d’un fiato. “MEMORIE DI UN BARO” DI Sacha Guitry, pubblicato da adelphi, racconta LE avventure dI UN UOMO CHE, PERSA L’INTERA FAMIGLIA PER UN INCIDENTE LEGATO AI FUNGHI, DIVENTA PRIMA groom iN ALCUNI albergHI di lusso E POI FINISCE COL VIVERE LO SFAVILLANTE MONDO DEI casinò.

Se stai cercando un libro divertente ma dallo stile insolito e piacevole, se intendi ricominciare a leggere in modo soft, scorrendo le pagine con il sorriso sulle labbra, e ti piacciono le storie strampalate e avventurose, troverai le vicende di questo baro perfette per te.
VOTO: 8

  • Avvertimenti e chicche: suggerendovi questo testo, non voglio spingere nessuno a perdersi nel vizio del gioco 😂 (non mi assumo nessuna responsabilità in tal senso); questo è l’unico romanzo dell’autore francese che, per il resto della sua vita, è stato attore, regista e sceneggiatore, nonché personaggio chiave della Nouvelle Vague.

AVETE PRESENTE QUANDO VI IMBATTETE IN UN TITOLO E PENSATE “MI PIACE DI SICURO”? PER ME è STATO COSì CON “LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE“. considerato il testamento di joseph roth e pubblicato per la prima volta nel 1939, il romazo descrive gli ultimi giorni dI Andreas Kartak, un clochard che una sera, LUNGO LA SENNA, riceve 200 franchi da uno sconosciuto, con la promessa di restituirli alla «piccola santa Teresa» nella chiesa di Santa Maria di Batignolles. DA QUEL PRECISO MOMENTO, INIZIERANNO UNA SERIE DI VICISSITUDINI CHE SCONVOLGERANNO L’ESISTENZA DI ANDREAS.

A metà tra la fiaba e la critica ai modelli consumistici novecenteschi (ma direi anche odierni), Roth stupisce per l’abilità con cui riesce a descrivere il desiderio dell’uomo nelle sue diverse declinazioni e per la scelta di raccontare vita, morte e miracoli di un reietto, di una vittima dell’alcolismo che vuole mantenere a tutti i costi la parola data. Forse, in tutti noi, c’è un po’ di Andreas Kartak.
VOTO: 8.5

  • Avvertimenti e chicche: suggerendovi questo testo, non voglio spingere nessuno a perdersi nel vizio del bere 😂 (non mi assumo nessuna responsabilità in tal senso); dal romanzo è tratto il film di Ermanno Olmi del 1988, vincitore del Leone d’Oro alla 45esima mostra internazionale d’arte drammatica di Venezia e a interpretare il protagonista fu il compianto Rutger Hauer ❤️

Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 5

TORNA LA RUBRICA “DIMMI COME STAI E TI DIRÒ COSA LEGGERE”, CON CONSIGLI DI LETTURA PRÊT-À-PORTER (CON TANTO DI VOTI) E RECENSIONI “TELEGRAFICHE”.

Questa coda del 2022 è a tinte gialle e, soprattutto, segnata da scrittrici argute. Non perdetevele… Specialmente se vi manca qualche regalino natalizio 😉

PER PARTIRE COL BOTTO, VI VOGLIO CONSIGLIARE l’autrice rivelazione per me degli ultimi mesi del 2022: Amélie Nothomb E IL SUO CELEBRE “IGIENE DELL’ASSASSINO“, EDITO DA VOLAND.

Se sei alla ricerca di una storia che si pone trasversalmente tra il grottesco, il surreale e il genere giallo e ami spasmodicamente i dialoghi e gli scambi sagaci e intrisi di cinismo, questo è il libro che stai cercando.
VOTO: 8

  • Consigli per gli acquisti e per regali dell’ultima ora: recentemente, vi ho parlato di un altro romanzo della Nothomb, Cosmetica del nemico. La doppietta giusta per innamorarsi dell’autrice.

AGATHA CHRISTIE è LA REGINA INDISCUSSA DEL GIALLO. polvere negli occhi di mondadori si apre con un omicidio… ma non sarà l’unico delitto della vicenda e, questa volta, una delle vittime è una conoscente di Miss Marple, celebre personaggio plasmato dall’autrice – si dice – sulla base della descrizione di una vecchia zia.

Se, come me, hai nostalgia di un giallo classico, confortante come il tè delle 17.00 in una giornata uggiosa, e ti manca scervellarti fino alle ultime pagine su “chi diavolo è l’assassino?”, regalati Polvere negli occhi.
VOTO: 7

  • Consigli per gli acquisti e per regali dell’ultima ora: la produzione della Christie è praticamente sterminata. Tutte le estati della mia adolescenza non si concludevano senza aver letto almeno un’opera della Dama dell’impero britannico. Tra i romanzi che ho amato di più, sicuramente ci sono Assassinio sull’Orient Express (con il mitico Hercule Poirot), Dieci piccoli indiani e La serie infernale.

Quattro galline

Uno dei più straordinari romanzi strani degli ultimi anni medita sull’esistenza dell’uomo attraverso l’universo delle galline.

Semplice trama, profondo significato

Gli occhi di una gallina sono le ultime vestigia dei dinosauri, un minuscolo varco nella preistoria degli animali con il cervello grosso quanto una noce. Dagli occhi di una gallina non puoi spremere nessun significato, perché lì dentro di significati non ce ne sono. La follia oscura tutto.

p.11

“Quattro galline” è l’esordio letterario dell’americana Jackie Polzin. Il primo aspetto che vi colpirà nel cominciare a leggere questo romanzo è l’assoluta semplicità della trama. Dimenticate pagine e pagine di nomi di persone e luoghi da ricordare o plot twist improvvisi. Questa è la storia di una coppia del Minnesota e delle loro quattro galline: Hennepin County, Gam Gam, Gloria e Testanera.

Nell’immergersi nelle prime pagine del libro, si avverte un iniziale senso di spaesamento. Personalmente, credo di avere provato quella strana sensazione del primo vero giorno di vacanza quando, messo da parte a fatica, il ritmo serrato del dovere, riusciamo finalmente ad acquisire quello più lungo e profondo del respiro. È il rilassamento tanto agognato durante l’anno. Un ritmo lento che incuriosisce.

Seguiamo da vicino la vita della protagonista, la sua preoccupazione per lo stato di salute delle sue galline, la cura e la pulizia del pollaio, la ricerca del giusto mangime, fino a entrare in punta di piedi nel suo atipico universo. Un universo dolce e incerto, fragile e ironico che incornicia un momento dell’esistenza di una donna che lotta contro l’assenza, contro la solitudine. Un’occasione per indagare le difficoltà di comunicazione della nostra epoca ma anche il modo di vivere la maternità agli inizi del XXI secolo e la necessità di prendersi cura degli altri.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SU JEFFERSON.

Cosmetica del nemico

Quando si è destinati a diventare colpevoli, non è necessario avere qualcosa da rimproverarsi. Il senso di colpa si aprirà un varco con qualsiasi mezzo. È la predestinazione. Il giansenismo: altra invenzione olandese.

p. 32

La trappola

Un aeroporto. Un uomo che legge, ingannando l’attesa di partire. Uno sconosciuto fastidioso che cerca di attaccare bottone. Tutto fa pensare a un piccolo contrattempo. Un banale intoppo nella solita routine. Eppure, è il punto di partenza di una trappola in cui Texor Texel incastra Jérôme Angust, la stessa trappola in cui cade il lettore di “Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb ed edito da Voland che non può non lasciarsi rapito da questo giallo insolito e brillante.

-Non va dimenticato che è il mio senso di colpa a ispirarmi il desiderio di essere ucciso da lei.
-Se fosse vero, non se ne vanterebbe tanto. Il rimorso è una colpa supplementare.
-Sta citando Spinoza!
-Mica è colto solo lei!
-Spinoza non mi piace.
-È normale. A me piace molto.
-Le ordino di uccidermi!
-Non amare Spinoza non è una ragione sufficiente perché io la uccida.

p. 72

Il romanzo breve: tra filosofia e comicità

Che cosa c’entra la cosmetica con un passante che chiede a un ignaro passeggero di ucciderlo? Perché questo passante parla di giansenismo? Ma, soprattutto, per quale motivo quest’uomo sbucato dal nulla conosce il nome del passeggero?
È lui il nemico cui si riferisce il titolo del romanzo?

p. 76

Nella forma preferita dell’autrice e quindi quella del romanzo breve, la scrittrice belga riesce a metterci spalle al muro, con dialoghi mozzafiato e divertentissimi, in un crescendo di tensione che ci porterà a fare i conti con la doppiezza dell’uomo e con il suo vero nemico: se stesso.

Una lotta all’ultimo e più arguto motto di spirito smaschera con grazia l’incapacità – sempre attualissima – di sapersi guardare allo specchio e riconoscersi per quello che davvero si è.

VIDEO

Nothomb riporta a galla quel tentativo disperato di rimozione della colpa e di ricostruzione della propria immagine che riesce a giustificare le azioni e persino i pensieri più abietti.

Alla fine, la resa dei conti non può che essere con il nostro alter ego e con quella cosmetica che, proprio come spiega Texor Texel, inesorabilmente ristabilisce l’ordine universale.

-È troppo facile. Con un argomento simile, può trovare risposta a ogni assurdità.
-Normale. Sono la tua parte diabolica. Il diavolo ha una risposta per tutto.

p. 92

Brillante, sarcastico, lievemente sadico. Super consigliato.

Le folli montagne di H. P. Lovecraft

Sullo sfondo dell’inospitale terra antartica, tutte le certezze sulla nascita della vita sulla Terra sono messe in dubbio da creature mostruose e antichissime.

OssessivoAffascinanteCriptico.
Sono questi gli aggettivi che vengono in mente leggendo “Le Montagne della Follia”, il romanzo di uno dei più grandi autori horror di sempre: Howard Phillips Lovecraft.

Da quel momento in poi, dieci di noi, ma in special modo io e lo studente Danforth, fummo costretti ad affrontare un mondo orrendamente vasto di orrori latenti, che nulla riuscirà mai a cancellare dalle nostre menti, e che avremmo voluto evitare di condividere con il genere umano se solo avessimo potuto.

p. 40

Considerato il padre della cosiddetta weird fiction, lo scrittore solitario di Providence (Rhode Island), nonché poeta e critico letterario, nato nel 1890 e morto nel 1937, ebbe un’infanzia molto difficile, segnata dalla morte in manicomio del padre e dall’atteggiamento iperprotettivo della madre. Ancora bambino, a soli dieci anni, manifestò i primi sintomi di esaurimento nervoso, un problema che si trascinerà dietro per tutta la vita.  

Finalmente ci eravamo imbattuti in un avamposto del grande continente sconosciuto e del suo misterioso mondo di morte gelida!

p. 11

Pubblicato, non senza difficoltà, nel 1936, “Le Montagne della Follia” rappresenta perfettamente quella letteratura soprannaturale di cui Lovecraft è considerato il maestro. Un mondo polare e indecifrabile, creature mostruose che animano una città sconosciuta, ma esistente probabilmente da milioni di anni prima che si sviluppasse qualunque forma di vita sulla Terra.   

LEGGI L’articolo completo su Jefferson.

La campana di vetro

Sullo sfondo di un’America borghese e perbenista, la poetessa Sylvia Plath parlava di malattia mentale, anticonformismo e morte, diventando punto di riferimento di un’intera generazione.

Il prossimo 27 ottobre, Sylvia Plath avrebbe compiuto 90 anni.
Invece, si è suicidata circa un mese dopo la pubblicazione del suo romanzo “La campana di vetro”, nel febbraio del 1963. Aveva 31 anni ed era una poetessa americana.

Pubblicato in America soltanto nel 1971 per volere della madre e dell’ex marito Ted Hughes, il romanzo semiautobiografico di Sylvia Plath venne considerato un libro di culto per un’intera generazione, una sorta di Giovane Holden per ragazze in cui finzione e realtà si alternano sapientemente facendo emergere i temi dell’anticonformismo, della malattia mentale e della morte.

La protagonista è Esther Greenwood, alter ego dell’autrice, una brillante e promettente studentessa di provincia vincitrice di una borsa di studio in una nota rivista di moda newyorkese. L’ambiente sofisticato, ma contestualmente caotico e asfissiante della città, finisce per strangolarla, costringendola a oscillare pericolosamente tra il fascino della morte e la rassegnazione alle atroci cure psichiatriche dell’epoca.

Con il passare del tempo, il senso di oppressione sempre più violento, generato da quella stessa “campana di vetro” che avrebbe dovuto proteggerla, si trasforma in una trappola che le toglie il respiro.

Leggi l’articolo completo su Jefferson

Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere – vol. 4

Torna la rubrica “Dimmi come stai e ti dirò cosa leggere”, con consigli di lettura prêt-à-porter (con tanto di voti) e recensioni “telegrafiche”.

Partiamo con Hanif Kureishi e il suo Il declino dell’Occidente“, edito da Bompiani.

Se ti piacciono i racconti, qui ne troverai otto. Feroci e privi di orpelli, pronti a sgretolare le nostre inossidabili certezze occidentali.
VOTO: 7.5

  • Consigli per gli acquisti e per regali di un certo spessore: il capolavoro di Kureishi è sicuramenteIl Budda delle periferie. Immenso.

… E ARRIVIAMO A ESHKOL NEVO E IL SUO “LE VIE DELL’EDEN”, edito da Neri Pozza

Partendo dal presupposto che qualunque cosa scriva Nevo è meravigliosa (sì, non ne sbaglia una e vi sfido a trovare un’opera al di sotto delle aspettative), se vi piacciono le storie intrecciate (simili, per intenderci, alla struttura di “Tre Piani”), questo romanzo fa per voi. Amore, senso di colpa, perdono, confessioni sono indagati magistralmente dall’autore israeliano.
VOTO: 8.5

  • Consigli per gli acquisti: ho amato praticamente tutto ciò che ho letto di Nevo ma tra i preferiti c’è sicuramente “L’ultima intervista“. Solo un aggettivo: pazzesco!