Il tempo altro non è che un sistema di misura del decadimento della carne.

Pag. 21

Due anni. Una pandemia in mezzo.

Che strano, dissi al corriere per telefono, sembra quasi che tutte le forze invisibili del mondo ci remino contro.

Pag. 7

Sono stata assente due anni. Forse ci ho messo due anni a ritrovare i pezzi, come in un puzzle da più di 1000 tasselli (si chiamano tasselli? Forse no). Quelli che da piccola mi facevano incazzare comunque. Quelli con i pezzettini tutti dello stesso colore del cielo. Quelli che non sono mai riuscita a completare. Mai avuto molta pazienza. Mai.

Mi conoscevo e non mi conoscevo. Solo da poco l’ho capito. E forse anche Helen non sapeva di non conoscersi, e di non conoscere suo fratello adottivo.

Un bel giorno, improvvisamente, la trentaduenne coreana, protagonista di Scusate il Disturbo, riceve una telefonata da uno zio, uno di quei parenti che non ti chiamano mai. "Tuo fratello adottivo è morto. Si è suicidato".

Helen, dopo anni e anni di lontananza da casa, nel Milwaukee, decide di partire. Decide di investigare sulla morte del fratello. Com’è possibile? Qual è la motivazione dietro un gesto così inspiegabile e violento? Deve capire, deve sapere.

Un viaggio disturbante all’interno di una famiglia. Di una casa che puzza di muffa, di regole troppo severe e inutili, di perbenismo, di animali morti lasciati marcire nel legno degli armadi, di spray per uccidere i parassiti delle piante.

Detestavo le nuvole, la nebbia, certi tipi di filosofia, i bambini piccoli e la poesia. Preferivo il concreto, l’assoluto e le storie, vere o inventate.

Pag. 27

Mi sono spesso chiesta, andando avanti nella lettura, “ma dove va a finire questa maledetta indagine?”. Sono troppo abituata ormai ai ritmi serrati delle serie tv poliziesche di cui mi nutro avidamente da anni. Subito un minuscolo indizio ed ecco che BUM. Prima pista. Primo sospettato. BUM. No. non è lui l’assassino. BUM. Nuovo indizio, nuova pista. Per tenere sempre desta l’attenzione, per non darti il tempo di pensare. Ma poi mi sono fermata. Aspetta. Non è così che funziona nella realtà.

Quanto ci vuole a far sedimentare un pensiero? Quanto a decidere di aprire una porta? Quanto ad accettare che qualcuno ti sta dicendo la verità?

Questo romanzo è lento. Dilatato. A volte anche snervante, per chi come me fa i conti con l’impazienza. Ma se decidi di abbandonarti, di seguire i ragionamenti schizzati di Helen, le sue manie, la sua ricerca di attenzioni, la sua necessità di dire sempre quello che pensa, se decidi di rallentare e partecipare alla ricerca della verità su suo fratello adottivo, ti si apre un ventaglio infinito di indizi, di piste, di domande.

Quanto conosci le persone che reputi più vicine a te? Quanto conosci te stesso e le tue reazioni? Quanto pensi che gli altri ti conoscano?

Gliela farò vedere io, dissi al vento.
A tutti quelli che nella vita mi hanno ignorato, tutti quelli che hanno sottovalutato la forza della mia volontà, la mia forza vitale.

Pag. 122

Non dico di più. Io ho riso molto, mi sono commossa. Mi sono incazzata. Ho tifato per Helen. E ho voluto farmi disturbare da lei e dalla sua magnifica follia.

Pag. 122

Autore: Patty Yumi Cottrell
Editore: 66th And 2nd
Collana: Bazar

La traccia musicale nel video è Beige di Yoke Lore

2 pensieri riguardo “Ottobre: Scusate il disturbo

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