Nell’ultimo capitolo della trilogia “Prediche e acqua minerale” di John O’Hara, gli USA della Seconda guerra mondiale, delle scalate sociali, dei rapporti di convenienza e degli amori nascosti.

Parliamo di trama
In una banale domenica sera d’estate, lo scrittore Jim Malloy, nonché alter ego di O’Hara, accoglie nel circolo per soli uomini di cui è grande fan e assiduo frequentatore il suo vecchio amico Charley Ellis, che gli racconta di aver appena perso Nancy, la sua adorata moglie.
Questa triste notizia innesca una sorta di flashback dal sapore un po’ amaro, che permette all’autore di ricordare a sé stesso e al suo alter ego, diventato oramai uno scrittore affermato e conosciuto, gli anni in cui si delineano i rapporti di una vita, d’amicizia ma anche d’amore.
Quella società d’oltreoceano che ci ha sempre attirato
Non era proprio una novità, che l’amante fosse più marito del marito; ma non avevo mai visto un caso in cui la geografia, o il sistema di vita di una città, avesse tanta influenza.
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Tornando indietro nel tempo, il protagonista ci presenta un panorama fatto sì di ricordi di gioventù ma anche e soprattutto di circoli esclusivi e di pettegolezzi sussurrati (neanche poi così a bassa voce) d’orecchio in orecchio.
È un triste spettacolo quello di questa New York aristocratica più annoiata che mai, decaduta moralmente, che consuma le sue tresche frettolosamente e poi le giustifica dietro le porte dei salotti più in voga.
Se da un lato ci disgusta e ci rattrista, dall’altro queste sagome di fragilità e cattiveria ci attirano come le falene verso la luce. Torniamo lì a scoprire l’abisso di una società che si specchia nella sua miseria.