
Oops, questo è imbarazzante!
Avete presente questo messaggio che appare ogni tanto mentre si naviga in rete? Ecco, per me, trovare “Fatti il letto” sulla mia scrivania è stato proprio da “Oops, questo è imbarazzante!”.
Ma da dove spunta questo libro?
Lo osservo bene e noto che l’autore è UN AMMIRAGLIO. Il pensiero sorge immediato e spontaneo: “Ma chi è quel fesso che non sa che io e le forze dell’ordine siamo come Beep Beep e il Coyote? Come Titti e il Gatto Silvestro?”.
Un po’ seccata dal ritrovamento, passo in rassegna la mia famiglia… “Me l’ha regalato qualcuno di voi?”. Mio padre (ex anarchico) mi guarda addirittura indignato, ma questa è un’altra storia…
Quando sto per rassegnarmi al fatto che non scoprirò mai l’origine del romanzo (che poi è un breve saggio), arriva l’illuminazione: l’ho comprato io stessa qualche Natale fa per regalarlo a un amico. Peccato che poi debba aver cambiato idea. “No, non gli piacerebbe”, avrò pensato all’epoca. E da vera snob, l’ho abbandonato in camera e addirittura dimenticato.
Lo guardo un’altra volta e mi dico: “Provaci, al massimo lo abbandoni”.
Parola di ammiraglio
Se la mattina vi fate il letto, avrete portato a termine il primo compito della giornata.
Questa frase è tratta da un discorso che William McRaven, ammiraglio americano e autore di Fatti il Letto (edizioni Piemme), ha tenuto ai laureandi dell’università del Texas nel 2014, durante la cerimonia di consegna dei diplomi.
Penso che ciascuno di quei ragazzi si sia chiesto perché mai il primo consiglio di un ammiraglio a quattro stelle della marina americana fosse quello di rifarsi il letto la mattina. O almeno io me lo sarei chiesto.
…Questo vi darà una sensazione di orgoglio e vi incoraggerà a concluderne un altro, e poi un altro ancora. Farsi il letto, inoltre, rimarca la consapevolezza che nella vita le piccole cose contano. Se non sapete fare bene le piccole cose, non ne farete mai di grandi.
Ok, ammiraglio. Adesso mi hai incuriosita.
Ebbene, McRaven condivide con i laureandi i dieci insegnamenti che ha acquisito durante il suo (durissimo, ragazzi) addestramento da NAVY SEAL. Ammetto che, leggendoli, ho capito che anche i militari hanno da insegnare.










Ispirare coraggio e spingersi oltre
Tutti noi ci ritroveremo immersi nel fango fino al collo, prima o poi. Quello è il momento di cantare a voce alta, di fare un gran sorriso, di tirare su quelli che ci circondano e dar loro la speranza che domani sarà un giorno migliore.
p. 104
Penserete: “Facile a dirsi”. Eppure, questo insegnamento deriva dall’aver vissuto in prima persona una nottata gelida immerso nel fango e dall’aver deciso di non mollare, di resistere alla fatica, al freddo, grazie alla voce sgraziata di un commilitone che aveva avuto il potere di infondere coraggio in tutto il team, cantando una canzone, banalmente.
Non c’è bisogno di essere un NAVY SEAL, comunque. Se ci pensate bene, anche nelle nostre vite c’è quella persona capace di infondere coraggio e speranza, anche con una battuta, anche con un occhiolino. E se non l’avete, state tranquilli… Magari siete proprio voi!
Se passate le giornate a commiserarvi, a lamentarvi per come siete stati trattati, a maledire il destino, dando la colpa a qualcun altro o a qualcos’altro, allora la vita sarà lunga e difficile. Ma se vi rifiutate di rinunciare ai vostri sogni e affrontate le avversità a testa alta… Allora la vita sarà ciò che voi ne fate… E potrete renderla eccezionale.
p. 113
Questo passaggio mi ha molto colpito perché ho passato diversi anni a stretto contatto con una persona convinta di avere addosso tutte le sciagure del mondo e, soprattutto, smaniosa di raccontarle. È molto sottovalutato quanto sia nocivo circondarsi di persone di questa risma. Sottopone a uno stress incredibile. Fidatevi. Ma la citazione mi ha colpito soprattutto perché mi ha fatto capire che anche non arrendersi alla negatività del prossimo è una forma di resistenza e di coraggio. E la possiamo esercitare ogni giorno. Possiamo renderci eccezionali in ogni momento, scegliendo di andare avanti e di non mollare, di trovare la versione migliore di noi stessi.
È vero, sono tempi difficili e l’ammiraglio pronunciava queste bellissime parole quando ancora non c’era il Covid a inchiodarci a casa e a rubarci due anni delle nostre vite, ma il principio di fondo, quello di non mollare mai, per me è valido. Anzi, forse è valido oggi più che mai.

Vi voglio salutare con un passaggio del celebre discorso di McRaven che, dopo aver ottenuto oltre cento milioni di visualizzazioni in rete, è diventato un bestseller pubblicato in 24 lingue.
p. 134
La versione integrale la trovate cliccando qui.
P.S. Dopotutto, ripensandoci…Al mio amico sarebbe piaciuto.
Alla prossima puntata, amici lettori!