
Sono tornata a scrivere di letteratura americana su Jefferson – Lettere sull’America, il primo portale in italiano interamente dedicato agli USA.
Stavolta, vi racconto di un piccolo caso editoriale: “Che razza di libro!”, scritto da Jason Mott ed edito da NN Editore, vincitore del National Book Award 2021
Uno scrittore senza nome che vede cose che non esistono. Un ragazzino dalla pelle nera come il buio, visto solo dallo scrittore. Un tour promozionale verso una città indefinita. Una riflessione su cosa significa essere neri in America.
Certo che sapeva di essere nero. Non scuro di pelle, ma nero. Nero come gli occhi chiusi. Nero come una notte senza stelle. Nero come il nerofumo della stufa.
p. 35
Quando il titolo diventa la trama
Vorrei partire come si conviene, e cioè dal titolo. E, in particolare, dalla traduzione italiana del titolo. Sì, perché Hell of a book! di Jason Mott è diventato Che razza di libro!, trasportando così il lettore in un brillante gioco di parole che inquadra immediatamente il contenuto del romanzo: la razza, la violenza razziale. Un tema complesso, affrontato, esattamente come il titolo italiano suggerisce, in chiave leggera, spontanea e, a tratti, onirica.
Sì, perché Mott è un maestro nella rappresentazione di atmosfere e personaggi surreali e ironici. Penso a lui come a un pittore di sogni. Ti lascia addosso quella sensazione che sperimentiamo talvolta al risveglio: ma è successo davvero o era un sogno?
«È sempre bello quando un parto della tua immaginazione ti assicura che non sei matto».
p. 64
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