Come sapete, da un mesetto potete trovarmi anche su Jefferson – Lettere sull’America, il primo portale in italiano interamente dedicato agli USA.

La mia rubrica si chiama Jefferson Bookplane (sì, sono cresciuta ascoltando buona musica) e proverò a parlarvi di letteratura americana.

L’aborto. Una storia romantica” è il mio secondo articolo. Ve ne riporto uno stralcio:

Ho sognato di svegliarmi un giorno e di non poter più decidere per me. Per il mio corpo. Per il mio futuro.

Richard Brautigan, straordinario scrittore

Una donna senza fortuna, Pesca alla trotaAmerican Dust sono solo alcune delle opere di Richard Brautigan, scrittore e poeta americano, vissuto inizialmente ai margini della Beat Generation e riscoperto recentemente anche in Italia grazie alla casa editrice Minimum Fax. Nato nel 1935 a Tacoma, nello stato di Washington, e morto suicida nel 1984 a Bolinas, in California, Brautigan ha saputo spiazzare i suoi lettori con l’inconfondibile stile asciutto, frammentato e poetico.
L’aborto è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1971.

La necessità di legalizzare l’aborto del Dottor O. L’autore, vicino ai quaranta, mi è parso dottoresco e molto nervoso. (…)
«È tutto quello che posso fare» ha detto.
«Vuole metterlo lei su uno scaffale?»
«No. Se ne occupi lei. Io non posso fare altro, per me. È una vergogna, perdio».

p. 24

“Per fortuna che adesso è tutto diverso”. È questo che avrei voluto pensare leggendo L’aborto. Ma, preso atto delle recenti scoperte di Politico sulle intenzioni della Corte Suprema americana, delle difficoltà sperimentate dalle donne ucraine stuprate dai soldati russi e dei dati impietosi sulla situazione delle strutture ospedaliere italiane, converrete con me che non siamo poi così distanti da quando negli Stati Uniti le donne erano costrette a recarsi in Messico per poter interrompere una gravidanza indesiderata.

Per scoprire di più, non vi resta che cliccare qui.

A presto, amici lettori!

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